Il terzo modulo della stazione ricevente a coherer con circuito sintonico è denominato relè galvanometrico; su di esso sono installati, oltre al relè, anche un alimentatore ed un percussore identici a quelli installati sul modulo coherer; inoltre, sulla fiancata destra, sono posizionati otto morsetti, che servono per collegare questo modulo al modulo coherer (per la loro individuazione si segue la convenzione di denominarli, procedendo dall’alto verso il basso e prescindendo dal colore, con gli aggettivi primo, secondo, terzo… fino all’ottavo).
Il relè galvanometrico è costituito da un telaio in legno di rovere di forma rettangolare e di dimensioni esterne pari a cm 21 x 35; al centro, tale telaio presenta una finestra, anch’essa di forma rettangolare, di dimensioni pari a cm 5 x 19. Sul telaio, intorno alla finestra centrale, è avvolta la bobina del relè, realizzata co 190 spire di filo di rame del diametro di 1,5 mm.
All’interno della finestra rettangolare, proprio nella parte centrale, su un supporto di ottone, è ubicato in posizione orizzontale un ago magnetico, lungo 16 cm e del diametro di 3mm, girevole intorno ad un asse orizzontale.
All’estremità sinistra dell’ago magnetico, serrato ad esso per realizzare un buon contatto elettrico, è posizionato, in posizione verticale, un altro piccolo ago non magnetico, lungo circa 2 cm e del diametro di 0,5 mm.
All’estremità destra, nell’ago magnetico sono infilate quattro rondelle di ottone, la cui posizione può variare mediante due cilindretti di plastica di colore rosso scorrevoli sull’ago stesso. Il peso delle rondelle ha la funzione di una molla, consente cioè di richiamare nella posizione iniziale l’ago magnetico al cessare della sua deviazione nel piano verticale, una volta annullato il passaggio di corrente nella bobina del relè. Mutando la posizione delle rondelle, è possibile variare il momento della forza di richiamo.
Questa seconda estremità dell’ago poggia su un cilindretto cavo di ottone fissato sull’estremità di uno spezzone di asta filettata, pure di ottone, solidale con la base di legno di rovere, in maniera da mantenere l’ago magnetico nella posizione orizzontale, limitando la sua rotazione verso il basso. Parimenti la rotazione verso l’alto è limitata da un altro cilindretto di ottone fissato sull’estremità inferiore di un’asta filettata, anch’essa di ottone, fissata, nella zona centrale, sull’estremità sinistra di una prima piattina di ottone orizzontale sostenuta da tre aste filettate di ottone, solidali con la base di rovere e delle quali due servono anche per il sostegno della parte destra del relè.
Sull’estremità superiore della medesima asta filettata è fissato un altro cilindretto cavo di ottone sul quale poggia un’estremità di una seconda piattina di ottone, orizzontale, e incernierata, nel centro, sulle due aste filettate che sostengono la parte destra del relè. L’altra estremità di questa seconda piattina poggia sul percussore, disposto verticalmente sulla parte destra della prima piattina di ottone, e identico al decoherizzatore presente sul modulo coherer. La funzione di questo percussore è quella di scuotere la seconda piattina, principalmente la parte sinistra, trasmettendo i colpi ai due cilindretti cavi fissati all’estremità dell’asta filettata di ottone,in modo particolare su quello inferiore, facilitando il distacco dell’ago magnetico dal cilindretto cavo inferiore dopo la sua deviazione, a seguito del passaggio di corrente nella bobina del relè.
Passiamo ora ad esaminare l’estremità sinistra dell’ago magnetico. Come già detto, in questa parte trovasi un altro piccolo ago d’acciaio in posizione verticale. Quando la bobina del relè è eccitata, l’ago magnetico ruota in senso antioraro, costrigendo la punta del piccolo ago a toccare la superfice libera del mercurio contenuto nel sottostante pozzetto di ottone, fissato sulla base di rovere a mezzo di uno spezzone di asta filettata, rondelle e dadi di ottone.
In tal modo si apre il contatto elettrico che consente alla tensione (12 V) dell’alimentatore, presente su questo terzo modulo, di eccitare la bobina del relè R2, il quale, a sua volta, apre il contatto che consente alla tensione di 220 V (modulata nella durata dei punti e delle linee dall’azione del coherer) di trasferirsi ai due morsetti rossi, presenti sul modulo coherer a sinistra in basso, e da questi, poi, alla macchina Morse.
Come già evidenziato, per realizzare il contatto del piccolo ago con il mercurio è necessario che l’ago magnetico ruoti, nel piano verticale, in senso antiorario; per questo motivo occorre controllare la polarità d’ingresso della corrente nella bobina del relè galvanometrico. Allo scopo, questa polarità è già stata individuata e più avanti si specificheranno gli esatti collegamenti di questo terzo modulo al modulo coherer.
L’interruttore rosso a pulsante, di forma quadrata, tra il relè e l’alimentatore, consente di escludere il percussore, la qual cosa può risultare utile durante le operazioni di messa a punto.
L’alimentatore ha la tensione di entrata di 220 V; quella di uscita che si utilizza è di 12 V e serve per eccitare la bobina del relè R2, il quale, come più volte detto, ha contatti molto resistenti, dovendo addurre o staccare la tensione di 220 V che va alla macchina Morse al decoherizzatore e al percussore. La tensione che va al decoherizzatore viene alternativamente interotta e ripristinata tramite un interruttore a martelletto, realizzato con un’asta di legno e una molla, così come descritto nel modulo coherer. Questa tensione di 220 V, alternativamente interrotta e ripristinata, si trasferisce simultaneamente sia alla bobina del decoherizzatore, sia a quella del percussore.
Sul fianco sinistro della base di rovere sono presenti otto morsetti, quattro centrali rossi e due coppie di neri, una all’inizio e l’altra alla fine dei rossi. Come anticipato, per identificarli si adotta la convenzione di denominarli, procedendo dall’alto verso il basso e prescindendo dal colore, con gli aggettivi primo, secondo, terzo... fino all’ottavo. Si ricorderà che la stessa convenzione è stata adottata per i dieci morsetti rossi e neri presenti sul fianco destro del modulo coherer.
A questo punto è possibile riepilogare i collegamenti del secondo modulo (coherer) al terzo modulo (relè galvanometrico). Nel dettaglio:
- il secondo morsetto (rosso e doppio) e il terzo morsetto (nero) del secondo modulo vanno collegati, rispettivamente, al primo e secondo morsetto (entrambi neri) del terzo modulo (questa connessione permette di inserire il relè galvanometrico nel circuito del coherer);
- il quarto e quinto morsetto (entrambi rossi) del secondo modulo vanno collegati, rispettivamente, al terzo e quarto morsetto (entrambi rossi) del terzo modulo (questa connessione permette di trasferire la tensione di 12 V del secondo alimentatore, presente sul terzo modulo, alla bobina del relè R2, dopo l’eccitazione di quello galvanimetrico);
- Il sesto e settimo morsetto (entrambi rossi) del secondo modulo vanno collegati, rispettivamente, al quinto e sesto morsetto (entrambi rossi) del terzo modulo (questa connessione permette di trasferire la tensione pulsante del decoherizzatore al percussore del terzo modulo);
- l’ottavo e il nono morsetto (entrambi neri) del secondo modulo vanno collegati, rispettivamente al settimo e ottavo morsetto (entrambi neri) del terzo modulo (questa connessione permette di trasferire la tensione di rete 220 V al secondo alimentatore presente sul terzo modulo, una volta chiuso l’interruttore a pulsante di colore rosso presente sul secondo modulo, a destra del relè R2).
I collegamenti tra il secondo e terzo modulo, all’apparenza complicati, sono in realtà, molto semplici da eseguire, anche perché, come evidenziato nella descrizione del secondo modulo (coherer), affiaccando il secondo e il terzo modulo della stazione ricevente, i morsetti da collegare sono in perfetta corrispondenza, anche per quanto riguarda i colori, tranne per il secondo morsetto (rosso e doppio) del secondo modulo, al quale corrisponde il primo morsetto nero del terzo modulo.
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